Esperimento: la ricristallizzazione del sale da cucina!

Alcuni cristalli di Cloruro di Sodio che sono riuscito a fare in casa.

Come accennato nell’articolo precedente, eseguiremo insieme vari esperimenti che portano alla formazione di “cristalli fatti in casa”!
Il sale da cucina (NaCl, noto come cloruro di sodio) è sicuramente un composto adatto alla cristallizzazione o, per meglio dire, ricristallizzazione.
Già, perché il sale che abbiamo nelle nostre case (fatta eccezione per quello di derivazione marina) deriva da un processo di disintegrazione dei grossi cristalli di salgemma che si trovano in natura.
Il cristallo del sale si presenta come un cubo, più o meno regolare e trasparente, come si può ben vedere dall’immagine.

Ma tornando a noi, com’è che si procede alla realizzazione di questo cristallo? Per prima cosa abbiamo bisogno della materia prima, vale a dire il sale stesso.
Come ben sappiamo, il sale è un composto che si scioglie completamente in acqua e che va quindi a creare una soluzione acquosa di ioni sodio (Na+) e cloruro (Cl).
In sostanza, il nostro esperimento consiste nel ricreare dei cristalli di cloruro di sodio partendo da quella che è già polvere di precedenti cristalli.

Ecco l’occorrente per la ricristallizzazione del sale da cucina:
– Un recipiente di plastica, possibilmente di forma rettangolare come quelli che si usano per conservare gli alimenti (va bene anche di altri materiali, scelgo la plastica per il semplice fatto che ci permette di osservare meglio ciò che accade all’interno e perché è nelle case di tutti!);
– Una bottiglia di plastica da 1,5L;
– Un pentolino;
– Sale da cucina (400g);
– 1L di acqua (preferibilmente demineralizzata, che si trova facilmente al supermercato, ma in mancanza d’altro va più che bene anche quella di rubinetto);
Un termometro da cucina (facoltativo).

Per prima cosa dobbiamo preparare una soluzione satura di acqua e sale (per satura si intende il momento in cui abbiamo inserito tanto sale che l’acqua che abbiamo a bottigliadisposizione non lo so scioglie più ed esso va a depositarsi sul fondo).
La solubilità del sale in acqua non è una vera e propria costante e dipende da molti fattori, la temperatura in primo luogo. Per i nostri tipi di esperimenti (piuttosto grossolani) non importa sapere con estrema precisione tutto ciò, ci basta prendere per buono che la solubilità del sale da cucina a 20°C (più o meno la temperatura ambiente) è di cirica 37g per 100mL di acqua. questo significa che in un litro si sciolgono 370g di NaCl.
Per essere sicuri che la nostra soluzione sia satura pesiamo circa 400g di sale e li aggiungiamo poco a poco, agitando bene, ad 1L di acqua all’interno della bottiglia di plastica. Una volta aggiunti ci accorgeremo che un po’ del sale non si è sciolto ed è rimasto sul fondo. La soluzione che sta sopra è quindi satura.
Versiamo un po’ di questa soluzione all’interno del pentolino e riscaldiamo (non importa fino all’ebollizione, va bene anche, se avete il termometro a disposizione, una temperatura di 70-80°C).

062407222230A questo punto, trasferiamo la soluzione all’interno del recipiente di plastica ed il gioco è fatto!
Dopo un po’ di tempo (la quantità del tempo necessario è molto variabile, alcuni cristalli potrebbero formarsi subito, altri dopo un’intera giornata) vedremo che iniziano a formarsi dei cristalli di forma quadrata, conseguentemente all’evaporazione dell’acqua.
062407224649Lasciate a riposare la soluzione anche per una notte intera o alcuni giorni e vedrete che il numero di cristalli aumenterà oppure che alcuni di essi tenderanno ad accrescersi!
Ripeto ancora una volta che non è assolutamente semplice riuscire nell’intento, pur mettendoci tutta la nostra buona volontà!

Buona fortuna a tutti!

 

3 Risposte a “Esperimento: la ricristallizzazione del sale da cucina!”

  1. la ringraziamo per il suo aiuto che ci farà molto comodo nella ricerca di chimica

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